La signora N.R. di Haupt, che segue questa rubrica dal 1989, ha, in Italia una sorella (classe 1959), assistente scolastica dal 1979. La stessa ha compiuto 42 anni di lavoro e, a settembre, compirà 62 anni. La lettrice ci chiede se la sorella sarà messa in pensione d’ufficio.

È a discrezione della Pubblica Amministrazione stabilire la cessazione del rapporto d’impiego. La pensione col sistema “misto” maturerà col prossimo autunno.

Il signor D.L. di Füssen ha, in Patria, una sorella (classe 1955) che ha usufruito della “quota 100”. Il lettore ci chiede quando la sorella potrà ottenere la “liquidazione”.

Con l’attuale normativa, la liquidazione è fissata in un massimo di ventiquattro mesi. Lo prevede la Legge 147/2013.

Il signor P.C. di Kassel ha una sorella occupata come insegnante di musica dal 1980 ed entro fine d’anno, la stessa compirà 65 anni. Il lettore ci chiede se la sorella potrà ottenere la pensione.

Dato che non riteniamo applicabile il meccanismo di “quota 100“, il trattamento previdenziale dovrebbe scattare, su domanda, nell’autunno del 2023.

La signora D.R.W. di Ebingen ha, in Italia, un fratello (classe 1963) che lavora, in modo continuo, dal 1988. La lettrice ci chiede se suo fratello potrà ottenere la pensione di vecchiaia dal prossimo anno.

Da quanto abbiamo avuto l’opportunità di verificare, la pensione è ancora “lontana”. Il diritto maturerà nel 2031.

Il signor C.M. di Dortmund, interessato per la posizione previdenziale del fratello in Patria, ci domanda se i contributi figurativi (servizio di leva, università) possano essere versati anche i tempi successivi alla maturazione del diritto.

Non esistono scadenze; se opportunamente documentate.

La signora L.F. di Nürnberg, che segue questa rubrica dal 1988, ci chiede se è possibile fornirle una risposta “privata” su una questione di donazione che interessa, in Italia, suo fratello.

Di solito, le nostre risposte sono pubblicate. In considerazione dell’argomento, forniremo una risposta privata che invieremo all’indirizzo in Germania che c’è stato comunicato.

Il signor E.M. di Murg, che segue questa rubrica dal 1993, ha in Italia un fratello (classe 1960) con quarant’anni di contribuzione previdenziale. Lo stesso ha inoltrato domanda per accedere alla “Quota 100”. Il lettore ci chiede cosa potrebbe capitare al fratello in caso di revoca del trattamento.

Il buon senso ha da prevalere. Chi ha maturato il diritto ed ha chiesto d’avvalersene, può stare tranquillo.

La signora F.L.K. di Hagen ha, in Patria, un fratello (classe 1965). Dal suo prospetto previdenziale sono versati 14 anni contributi come artigiano. Dal 1996, alla fine dello scorso anno, lo stesso ha versato 24 anni di contributi in gestione separata. La lettrice ci chiede quando potrà ottenere la pensione.

Complessa la situazione e poca la documentazione. Comunque, il diritto dovrebbe maturare al compimento dei 67 anni. La pensione dovrebbe essere liquidata col sistema contributivo; ma non prima del gennaio 2025.

Il signor O.P. di Niederrad ci chiede se suo fratello (classe 1960), lavoratore dipendente in Patria dal 1981, potrà chiedere la pensione entro il corrente anno.

Il fratello del lettore ha 61 anni e, in linea di massima, la pensione dovrebbe maturare non prima del 2026. Salvo possibili adeguamenti della normativa.

Il signor L.L. di Lahr ci ha informato di non avere letto risposta a un suo problema previdenziale quando lavorava in Italia. Ci chiede notizie.

Come abbiamo comunicato, a suo tempo, il servizio fax è rimasto inattivo per settimane. Invitiamo il lettore ha riproporci il problema e ci scusiamo per il contrattempo.

La signora R.P.G. di Berlino ha, in Patria, un fratello(classe 1958) che, lo scorso anno, ha maturato 40 anni di contributi. La lettrice ci chiede se può ottenere l’applicazione della “quota 100”.

Certamente. I requisiti di legge ci sono tutti. Basta inoltrare domanda all’INPS entro l’anno.

La signora E.G.L. di Bonn ha, in Italia, una nipote (classe 1980) che ha lavorato, come dipendente, per sei anni, poi s’è sposata. Ci domanda se la parente può chiedere all’INPS l’autorizzazione per la contribuzione volontaria.

Certamente. Basta fare domanda alla sede provinciale INPS di competenza. Magari tramite un Patronato.

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