Una proroga importante riguarda i pensionati italiani che, come è noto, sono obbligati a scadenze temporali a fornire all’INPS un cenno di vita in forma di certificati ufficiali detti „esistenza in vita“ senza i quali si perde la sudata pensioncina. Il problema è che tale esistenza in vita è testimoniabile soltanto se redatta su moduli appositi che non si trovano dovunque, come dei formulari qualsiasi, ma devono essere inviati per posta dalla City Bank ad ogni singolo pensionato. Qualsiasi altro certificato di esistenza in vita, anche se fornito di timbro e firma consolare, viene rifiutato. Orbene, l’INPS aveva predisposto una campagna di esistenza in vita per l’anno in corso, e la City Bank avrebbe dovuto cominciare già da gennaio con la spedizione degli indispensabili moduli da compilare. Sennonché all’ultimo momento l’INPS ha cambiato idea rimandando l’inizio della campagna ai primi del maggio prossimo, con scadenza spostata fino al settembre 2021.

L’onorevole Francesca La Marca (PD), eletta nella Circoscrizione Estero del Nord e Centro America si è lamentata del fatto che l’INPS abbia procrastinato fino all’ultimo momento questa decisione chiaramente inevitabile a causa della pandemia in corso: „Questo accade quando si antepongono gli interessi burocratici a quelli delle persone in carne ed ossa, anche se si tratta di soggetti a rischio, come gli anziani, e persone esposte a una straordinaria pressione di lavoro, come gli operatori dei patronati“.

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