Ormai, si parla così tanto di emigrazione, talvolta in modo astratto e spesso senza capirne il significato, nonostante sia realtà quotidiana. L’emigrazione -fatte le dovute eccezioni – è quell’esercito di disperati in cerca, a volte non di un futuro migliore, ma semplicemente di un futuro! Questa ricerca assennata e le difficoltà che il tragitto riserva, spesso fanno dimenticare l’esistenza di Dio e, si capisce bene che dove manca il timore di Dio, si imbocca la falsa via, quella che apparentemente è la più breve e la meno irta. Allo scopo di alleviare queste difficoltà e di tenere ben presente il timore di Dio, sono nate Le missioni cattoliche italiane nel mondo: evolutisi nei tempi, in molti casi sono ormai comunità. Quindi è bene che, chi è appena emigrato, o chi si appresta a farlo, ne conosca L’esistenza.

Ma cosa è e cosa fa una comunità cattolica italiana nel mondo? Forse, un po’ “sminuendola”, la si potrebbe paragonare alla classica parrocchia che si è appena lasciati in Italia “casa propria”, con una piccola differenza: essendo casa propria di tanti connazionali provenienti dalle diversi regioni d’Italia, si condividono culture e tradizioni diverse, che amalgamate con quelle del Paese ospitante, ne favoriscono l’integrazione.

Effettivamente, analizzando il mese di novembre nella comunità cattolica italiana di Ludwigshafen, possiamo dire che è tutto questo:

é iniziato con la tradizionale festa popolare “la castagnata”, organizzata dal gruppo famiglie italiane che qui vivono.

È stato soprattutto la commemorazione dei defunti – tradizione vuole ricordare i defunti in differita dal 2 novembre, per dare la possibilità a quanti si recano ad omaggiare i propri cari nelle città di origine, di poter partecipare anche alla celebrazione comunitaria – e il 13 novembre scorso, nella Dreifaltigkeits Kirche, vi erano oltre 400 persone.

È stato una Lectio -tenuta da Mons. Luciano Donatelli – sul vangelo di San Matteo, che ci accompagnerà durante l’anno liturgico appena iniziato.

E ancora, come consuetudine vuole, è stato la concelebrazione nella prima domenica di Avvento della S. Messa insieme alla Parrocchia tedesca, in entrambe le lingue ha presentato alla comunità i bimbi che si apprestano a ricevere la prima comunione.

Quindi, Conoscere e frequentare una comunità cattolica, potrebbe essere una risposta a quanti -appena trasferitisi in Germania- chiusi nel loro guscio, pensando di conoscere tutto tramite i social, sempre attraverso essi sbottano: “uffa che noia, c’è qualche italiano che vive a…? (senza sapere che magari il proprio vicino lo è)” e chiedono: “che si può fare la domenica in Germania?” Oppure per quelli che: “che ci vado a fare a messa? non conosco la lingua”, ecc.

Dr. Franz Jung (vicario generale della diocesi di Speyer) qualche tempo fa, in visita proprio alla comunità cattolica italiana di Ludwigshafen, ebbe modo a dire: “In Germania all’estero, in chiesa a casa”. Parole Sante, che tradotte significano: Far parte della comunità cattolica, ossia della chiesa, vuol dire che ovunque nel mondo si vivrà, non ci si sentirà mai straniero.

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