Ho letto sul numero di settembre del Corriere l’articolo "Mamma mia! Devo andare in Consolato! a firma Guido Ammachina e, nel numero di ottobre, le successive e pronte considerazioni dell’Ambasciatore Menzione. Sono relativamente d’accordo con quanto scritto da Ammachina, devo però spezzare una lancia in favore dei dipendenti del Consolato di Colonia che svolgono la loro attività in modo encomiabile.
Per quanto riguarda il rilascio passaporti/carte d’identità all’inizio di quest’anno ho cercato di far partire una indagine conoscitiva contattando tutte le rappresentanze diplomatiche in Germania a causa della situazione esistente al Consolato di Colonia per la quale gli utenti, spesso ma a torto, diventavano aggressivi nei confronti del personale che però altro non faceva che rispettare le direttive loro imposte. Ho naturalmente scritto anche al Consolato di Berlino.
La lettera è stata passata ad un funzionario dell‘ Ambasciata che ringraziandomi per l’interesse manifestato nei confronti dei servizi consolari, aggiunge: "ritengo però opportuno che sia l’Ufficio Emigrazione dell’Ambasciata sia per il suo ruolo di coordinamento che, non da ultimo, al fine di assicurarLe una risposta tempestiva a nome delle strutture consolari fortemente impegnate in questo periodo, come Lei ben immagina, a garantire al maggior numero possibile di cittadini in Germania di poter partecipare alle consultazioni elettorali di fine mese…..". Era il 14 febbraio 2013. Bene, abbiamo votato, ed io aspetto la risposta tempestiva promessami OTTO mesi fa dal solerte funzionario dell’Ufficio Emigrazione dell’Ambasciata.
Qualche giorno dopo le consultazioni elettorali, il 3 aprile, scrivo all’Ambasciatore Menzione ponendo alla sua attenzione, tra l’altro, il rilascio carte d’identità e passaporti e, con l’occasione, segnalo anche un avvilente episodio avvenuto nel Consolato di Colonia. L‘ Ambasciatore mi risponde: "Per quanto concerne le modalità di rilascio dei passaporti, mi riservo di approfondire la materia in stretto coordinamento con le altre rappresentanze diplomatiche- consolari delle rete tedesca e con il Ministero degli Affari Esteri".
Ringrazio l’Ambasciatore. Sono trascorsi otto mesi e non ho avuto risposta, a meno che debba intendere tale quanto scritto dall’Ambasciatore stesso al Corriere: "….segnalo che tra l‘ 1 marzo e il 31 maggio di quest’anno la rete consolare in Germania ha effettuato un’indagine per la valutazione dei servizi consolari, promossa da questa Ambasciata….". Da questa indagine risulterebbe che il 78% degli utenti si ritiene soddisfatto per la qualità dei servizi.
Ambasciatore Menzione, Le sono stati forniti, glielo garantisco, dati fasulli. Qui ha ragione Montanari quando, mettendo in dubbio i dati da Lei forniti, scrive di vivere sulla luna. Io non vivo sulla luna e Le posso assicurare che al Consolato di Colonia non è mai arrivato alcun questionario o, comunque, a nessun utente è stata offerta la possibilità di partecipare all’iniziativa altrimenti, più che insoddisfazioni, in Consolato io sono testimone solo di esplosioni di rabbia accompagnate da invettive e trivialità.
Lei, Ambasciatore Menzione, ha scritto una ottima lettera, però sbaglia nell’intravedere pubbliche critiche, intese al miglioramento dei servizi all’utenza, come "qualunquismo distruttivo". Saltiamo il fosso delle Sue considerazioni e passiamo alla pratica. Con mia lettera del 3 aprile La informavo che il Consolato di Colonia dava appuntamenti per il mese di luglio. Oggi, mentre scrivo, gli appuntamenti vengono dati per il mese di gennaio.
Nella mia lettera scrivevo: "In previsione del fatto che prima delle vacanze estive al Consolato si riverseranno moltissimi connazionali che si accorgeranno di avere il passaporto scaduto o in scadenza, quali provvedimenti potranno essere messi in atto per calmierare tale afflusso? A mio parere la situazione potrebbe essere affrontata re-introducendo il rilascio del famoso "documento di viaggio" con validità di cinque giorni, opzione ancora valida ma solo per connazionali NON residenti, cioè per turisti italiani in difficoltà.
Cosa c’è di ostativo alla re-introduzione di tale documento di viaggio anche PER NOI QUI RESIDENTI ? E aggiungevo: cerchiamo di capire le modalità di rilascio della carta d’identità/passaporto al Consolato di Colonia. Chiediamo il rilascio della carta d’identità (costo Euro 5,61) la risposta è: "Può averla ma i tempi sono lunghi perchè dobbiamo chiedere il nulla-osta al suo paese".
L’alternativa è dunque e sola il passaporto Euro 42,50 (libretto), Euro 40,29 (tassa annua) Euro 34,00 per diritto d’urgenza (nel frattempo aumentato a 40.00 Euro), urgenza che deve comunque essere dimostrata per chi non ha l’appuntamento. Totale: Euro 116,79. Dimostrazione d’urgenza. Come? Ad esempio esibendo il biglietto aereo o ferroviario di viaggio. Un lunedì – era il 6 maggio – sono presente ad un divertente (si fa per dire) siparietto. Moglie e marito. La moglie esibisce il biglietto aereo. Il marito deve invece partire in auto, quest’ultimo che deve dimostrare per raggiungere la madrepatria?
Pur essendo disposto a pagare il diritto d’urgenza egli NON ha diritto al rilascio del passaporto. Situazione quanto meno illogica, possaimo definirla ridicola? Per di più, e per volontà del Consolato di Colonia, in questo caso le casse dell’erario devono rinunciare a 116,79 Euro. Il connazionale si è chiesto: "E se mi fermano alla frontiera perchè ho il passaporto scaduto?" La responsabile dell’Ufficio passaporti, alla quale mi rivolgo per spiegazioni, è lapidaria: "Il connazionale eviti la Svizzera e raggiunga l’Italia attraverso l’Austria o la Francia".
Ma ora, e purtroppo, l’episodio avvilente di cui sono stato testimone oculare. Una giovane signora giunge in Consolato con il marito ed il suocero, senza appuntamento. Chiede il rilascio del passaporto dovendo recarsi in Italia per motivi di salute. Le viene comunicato che deve giustificare l’urgenza presentando "un certificato medico". Mia moglie nota la giovane signora piangere e chiede se può aiutarla. Riceve personalissime confidenze. La signora si trova in terapia chemiotica per un tumore alla mammella. Dagli ultimi esami medici alla quale si è sottoposta risulta una metastasi al polmone destro. E il consolato le chiede un certificato medico? ASSURDO !
Ma questo è proprio quello che sostiene il console generale Eugenio Sgrò in una intervista telefonica rilasciata a Radio Colonia e mandata in onda il 2 luglio scorso. A mio parere, invece, ciò è in contrasto con la legge sulla privacy contenuta nel Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n.196 e poi, mi si corregga se sbaglio, tale procedura consolare di dover dimostrare l’urgenza, a mio parere, non tiene neppure conto dell’autocertificazione. Ambasciatore Menzione, io, ma certamente tanti altri utenti, anche quelli compresi in quel 78% che si ritengono soddisfatti, potrebbero essere interessati ad una risposta ai quesiti pratici esposti.