“La casta è casta e va si rispettata, ma Voi perdeste il senso e la misura” tornano alla mente questi versi del Principe De Curtis, in arte Totò, nell’apprendere che la casta, in questo caso diplomatici e funzionari del Ministero degli Affari esteri, ha girato le spalle agli appelli di sobrietà e solidarietà lanciati dal Paese in questo momento di storica crisi economica e finanziaria. Ma procediamo per ordine. Il Governo impone tagli a tutti i dicasteri, ordinando al Ministero degli Affari Esteri un risparmio di 206 milioni di Euro nel 2012, di 71,8 milioni nel 2013 e di 93,4 milioni nel 2014.
Il Ministero Affari Esteri (Mae) subito risponde, dichiarando che nessun taglio sarà applicato al funzionamento del palazzo, Unità di Crisi, Cerimoniale, informatica e Ispettorato. In parole povere, la poltrona di Frattini resterà di pelle di coccodrillo, alla faccia degli ambientalisti. Poi mazzate alla cieca, con la decurtazione dal 10 al 19% ai capitoli che si riferiscono al funzionamento della Rete Estera. Nota bene: Rete estera significa i Consolati, quelli che sono al servizio dei milioni d’italiani residenti all’estero.
Accetta canadese nella misura del 22,4% anche per le indennità agli impiegati mandati in servizio per il mondo E adesso teniamoci forte. A quanto ammonta la batosta alla categoria meglio pagata e più privilegiata di questo ministero, cioè ai diplomatici e funzionari del Mae? All’1,5%! Si, 1,5% per tutti (diplomatici, insegnanti all’estero, personale dell’Arma, esperti ecc.). Alla faccia della solidarietà! Però l’indennità di rappresentanza (cenette, qualche ricevimento, un cocktail party con la sciccheria locale) sarà ridotta del 50% per i Capi missione e del 65% per i Vice capi missione e reggenti (un’altra casta parallela che tracanna prosecco a spese dello Stato).
Qualche altro taglio i poveri diplomatici lo subiranno sull’indennità di prima sistemazione nella misura del 50%. Eh sì, perché lo spostamento dell’arredamento barocco veneziano ereditato dalla zia contessa Vofà Vofà, quello pure era a totale carico dei contribuenti. Il senso della misura è andato veramente perduto se si pensa che in un primo momento il “contributo di solidarietà” imposto ai diplomatici fosse stato stabilito al 10%. Lo stesso 10% già applicato ai redditi di parlamentari, giudici costituzionali e presidenza della Repubblica.
Non è sfuggito che lo striminzito 1,5% ora appioppato ai diplomatici (che subito hanno adoperato tutta la loro arte per sfuggire al doloroso 10%) riguarda la loro indennità di servizio all’estero. Un introito questo che non è tassato. In tempi come questi in cui ci tassano pure l’aria, esiste un piccolo ma potentissimo esercito di funzionari che incassa somme attorno ai ventimila euro al mese senza versare un centesimo di tassa. Una cosa ci consola. La feluca, quella specie di cappello che adornava le diplomatiche cocuzze è stata abolita. Però, è stata abolita anche l’idea del Ministro Frattini di creare all’estero gli “Sportelli unici per le imprese” a sostegno del Sistema Paese.
Il Ministro ha potuto recuperare ben quattordici milioni, accantonando il progetto. Vuoi vedere che erano proprio i quattordici milioni che servivano per far passare il calice del 10% sotto il naso aristocratico dei nostri ambasciatori?