Quando un boss entra dal barbiere, il cliente che viene servito in quel momento si deve alzare subito per lasciare il suo posto al boss. Sembra assurdo, ma è molto importante. A Milano, Roma o Berlino il boss aspetterebbe come gli altri.
Ma a Platì e a Casal di Principe lui pretende questo rispetto. Perché quella sedia liberata per il boss significa che uno farebbe di tutto per lui, anche ammazzare, e il boss sa di poter contare su questa sottomissione assoluta e sul fatto che quasi tutto è di sua proprietà. Adesso un barbiere di Crispani, un paese dominato della camorra, si è ribellato a questa legge non scritta. Nel suo negozio è entrato un giorno il boss Antonio Cennamo, chiamato «o´malomm» (il cattivo).
Un cliente pieno di schiuma da barba si è immediatamente alzato per cedergli il suo posto. Ma il barbiere ha impedito a Antonio Cennamo di occupare la sua poltrona e ha insultato i suoi clienti: «siete solo un branco di pecore senza coraggio, se il signor Cennamo vuole essere servito deve aspettare come tutti gli altri». Il boss si è messo solo a ridere e ha lasciato il negozio, alcuni clienti lo hanno seguito. Poco dopo è stato incendiato il negozio del barbiere. E non solo hanno riempito di botte il coraggioso barbiere, ma lo hanno anche costretto a chiedere scusa a «o´malomm». Ha dovuto chiedere perdono per essere nato.
Ha dovuto scusarsi di essere al mondo! Le bande nel nostro Paese possono essere strutturate in modi diversi, ma le organizzazioni mafiose hanno una cosa in comune: non muoiono mai completamente. Può magari accadere che una famiglia venga annientata, ma l’organizzazione mai. Negli ultimi anni si è rafforzata la sensazione che Cosa nostra, la mafia siciliana, si sia indebolita, mentre la ‘ndrangheta assume una posizione sempre più forte.
Questo dipende essenzialmente dal fatto che, dopo gli spettacolari omicidi mafiosi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la messa a fuoco e l’impegno dell’apparato governativo sono focalizzati su Cosa Nostra. A differenza di altre organizzazioni, la mafia siciliana ha attaccato direttamente le istituzioni dello Stato, perché si vede essa stessa come un antistato. Ma chi ha ucciso un giudice o un magistrato di primo piano smuovendo addirittura l’attenzione internazionale, provoca comunque una forte reazione dello Stato. ‘Ndrangheta e camorra operano quindi in modo totalmente diverso.
La ‘ndrangheta invece domina una regione estremamente isolata. Il territorio che controlla è raggiungibile solo in auto, e persino questo è piuttosto complicato. Anche perché la ‘ndrangheta impedisce da oltre 40 anni il completamento della Salerno-Reggio Calabria. Ha ottimi contatti nell’America del Sud, perché con la sua affidabilità riesce a conquistare la fiducia dei trafficanti di droga.
Le regole dell’Aspromonte valgono in tutto il mondo, in Australia e Nuova Zelanda, così come in Canada e in Europa, perché chiunque fa affari con la ‘ndrangheta, sa che la ’ndrangheta risolve anche i problemi. Se una tonnellata di cocaina è pagata meno o addirittura niente, se quella cocaina viene sequestrata, se qualcosa va storto, allora entrano in gioco gli uomini della ‘ndrangheta, in Italia come in qualsiasi altra parte del mondo.
Nello stesso tempo, nel loro isolato territorio di dominio, gli ‘ndranghetisti sono praticamente introvabili. E la ‘ndrangheta si basa sulla parentela di sangue, cosa che la rende, in un certo qual modo, la più aristocratica di tutte le organizzazioni mafiose. La camorra, invece, è assolutamente “borghese”, lì si può fare una carriera anche se non si è figli di un camorrista. Non capisco poi come si sia potuta diffondere l’idea che la mafia abbia a che fare col caos e il disordine. Ciò che ha permesso ai calabresi di diventare così forti in Germania, è il fatto che i tedeschi non siano mai riusciti a produrre una mafia autoctona.
Molti tedeschi collaborano con gli italiani, ma non riescono ad organizzarsi autonomamente, perché manca loro la necessaria struttura religiosa, culturale e famigliare. Immaginatevi come sarebbe per un tedesco vivere per decenni nascosto in un bunker sotterraneo. Un sacrificio di questo genere non avrebbe senso per una persona che non proviene da una regione veramente disperata. I trafficanti di droga tedeschi sono deboli, parlano subito e cedono prima che gli italiani.
Loro riescono ad essere criminali a livello individuale, come nel mercato di hashish a Berlino, ad esempio, ma questo non significa che i tedeschi possano fare concorrenza a organizzazioni italiane che operano a livello mondiale, come neanche gli spagnoli e i francesi. Ciò dipende, aldilà delle differenze culturali, anche dal fatto che in Germania o in Francia si può condurre un’esistenza dignitosa senza dover per questo rischiare l’ergastolo.
Ma un ragazzino di Platì sa benissimo che per arrivare in alto nella vita bisogna anche mettere in conto l’ergastolo. Se non vuole prendere questa strada diventerà solo un muratore e lascerà il suo paese. La gente altrove pensa che gli italiani del sud riflettano a lungo prima di entrare nella mafia, ma in Calabria e in Campania si accettano quei rischi perché ai mafiosi viene promesso un potere quasi illimitato.