L’iter ha inizio in Autunno con la predisposizione del Disegno di legge di Stabilità e la successiva approvazione dello schema di Governo in Consiglio dei Ministri, pronto per la successiva ratifica degli interventi emendativi alla Legge, che intanto entra in vigore a gennaio dell’anno successivo.
Legge di stabilità 2016
La Legge di Stabilità 2016, approvata dal Governo nel CdM del 15 Ottobre u.s. (con successiva firma del Presidente della Repubblica) prevede misure che si focalizzano su pensioni (part-time con contributi figurativi pieni, settima salvaguardia esodati ed estensione della Opzione Donna per tutto il 2015), IMU-TASI (abolizione imposta sulla prima casa, sui terreni agricoli e sugli imbullonati), sgravi IRAP agricola, taglio IRES (una prima riduzione per le imprese nel 2016 ed un secondo sgravio nel 2017), rinnovo (a budget dimezzato) assunzioni agevolate a tempo indeterminato (decontribuzione per i datori di lavoro), innalzamento del tetto al contante (da mille a tremila euro), sconti fiscali legati al salario di produttività. Il Presidente del Consiglio Renzi parlando della Legge si è concentrato in particolare sul capitolo tasse: “Abbassare le tasse in Italia non è di destra né di sinistra. È semplicemente giusto, è normale…”. Con il dettaglio delle misure approvate l’intervento più importante riguarda però l’abolizione dell’IMU-TASI su prima casa, terreni agricoli e imbullonati.
Questo in sintesi:
Tasi – Il provvedimento più celebrato e più contestato al contempo è l’abolizione della Tasi, la tassa sulla prima casa. Contemporaneamente, sparirà anche l’Imu sui terreni agricoli e sui macchinari imbullonati. Potrebbe invece essere aumentata l’Imu sulle seconde e terze case. Tutte misure che dovrebbero costare circa 5 miliardi di euro.
Ires – La tassa alle imprese sarà ridotta, ma solo a partire dal 2017. Parziale retromarcia, quindi, su un altro provvedimento molto atteso.
Niente aumento dell’Iva – Evitare che scatti la clausola di garanzia e di conseguenza che aumenti l’Iva è una misura imprescindibile per evitare che i consumi si deprimano ulteriormente.
Canone Rai – Come ormai tutti sanno, il Canone scende da 113 a 100 euro; ma sarà inserito nella bolletta della luce e in questo modo chiunque sarà costretto a pagarlo. Dal 2017 il canone scenderà ulteriormente, a 95 euro.
Bonus ristrutturazioni – Gli incentivi per le ristrutturazioni, ormai un piccolo classico, sono state prorogate per un altro anno ancora.
Incentivi alle assunzioni – Prorogati ancora gli incentivi per chi assume (che nel 2015 hanno funzionato bene sul fronte occupazionale). Chi assume un dipendente a tempo indeterminato o converte un contratto a tempo determinato avrà uno sgravio sui contributi da versare
Limite dei contanti – Innalzato a tremila euro il limite dei pagamenti in contati, dagli attuali mille. Una misura molto contestata (per questioni di lavoro nero ed evasione fiscale), che secondo il governo potrebbe rilanciare i consumi.
Pensioni – Niente flessibilità in uscita, come prevedibile, ma sarà possibile per chi ha più di 63 anni lavorare part time con una retribuzione quasi pari a quella ordinaria. Sale la no tax area dei pensionati, che da 7.500/7.750 euro (a seconda dell’età) diventa per tutti di 8.142 euro (pari a quella dei dipendenti).
Opzione donna – Potrà essere esercitata dalle lavoratrici dipendenti o autonome che raggiungono i 57 o 58 e 3 mesi di età entro il 30 dicembre 2015, oppure che compiono i 57 o 58 anni entro il 30 settembre 2015. I 35 anni di contributi vanno raggiunti entro il 31 dicembre. Chi opta per questa possibilità può andare in pensione prima ma con l’importo della pensione calcolato con il sistema contributivo.
Partite Iva – Per accedere al regime agevolato forfettario la soglia massima di redditi per i professionisti passerà dagli attuali 15mila a 30mila euro. La tassazione fissa sarà del 15%, ma per i primi tre anni ci si fermerà al 5%.
Cgil, Cisl e Uil si stanno preparando ad una “mobilitazione durissima” contro i provvedimenti previsti nella legge di stabilità per quanto riguarda l’impiego pubblico e non solo. I sindacati si riservano di leggere il testo del disegno di legge approvato in consiglio dei ministri ma hanno già potuto fare un primo bilancio, estremamente negativo, partendo dalla conferenza stampa di presentazione del Presidente del Consiglio.
Sul fronte pensioni, in modo particolare, c’è grande insoddisfazione, sia perché non è prevista una flessibilità per favorire l’uscita dei lavoratori prossimi alla pensione consentendo l’ingresso nel mondo del lavoro per le nuove generazioni, e sia per quanto riguarda l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i pensionati da 7500 a 7750 euro (8000 per gli over 75) condizionata dall’approvazione della UE.
Molto criticato anche lo scarso impiego di risorse per i lavoratori del settore pubblico, definito “una mancia” e “una provocazione” dalla Segretaria Generale della CGIL che ha così motivato: “Sono 200 milioni, neanche 300: il valore del lavoro pubblico per questo Governo equivale a 5 euro al mese”. Bocciatura totale sulla cancellazione dell’IMU per tutte le prime case, dalla più umile alla più lussuosa, per la totale “mancanza di progressività”.
Preoccupa infine il “disinvestimento nella sanità pubblica”. Il fondo è cresciuto di 1 miliardo (da 109 a 110), ma secondo i sindacati questo piccolo aumento equivarrebbe ad un taglio perché non si è tenuto conto degli “indici di adeguamento del fondo previsti dall’invecchiamento della popolazione” e renderà ancora più complicato curarsi per “i nove milioni di persone che già oggi fanno molta fatica”.
Il testo così com’è non ha dunque superato l’esame dei sindacati, che sono pronti a lottare se non verrà modificato sensibilmente e quindi si prevede un altro “caldo inverno”.