Noi italiani residenti all’estero, emigrati dalla nostra terra che dovrebbe essere, giudicata da fuori, in certo senso, madrigna, perché non ci ha dato lavoro, abbiamo sentito il bisogno di celebrare in qualche maniera, con un gesto simbolico e significativo, il nostro senso di appartenenza e di gioia in questo 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Sentiamo i fremiti di chi minaccia, al di fuori della storia, una nuova secessione ed un nuovo egoistico frazionamento proprio quando perfino sentirsi europei diventa campanilismo rispetto al sentirsi appartenenti ormai ad un unico mondo globalizzato.
Due pullman con 93 persone provenienti da vari paesi del Nrw si sono dunque avviati fin dal Sabato 1° ottobre a Berlino per celebrare la festa dell’Unità d’Italia nel 150° giubilare. Il programma minimo era di incontrarsi con gli italiani di Berlino nella Missione di Berlino in Hildegardstr. 3A, per celebrare insieme una Messa nella Chiesa Heilig-Kreuz e poi recarsi presso l’Ambasciata, territorio giuridicamente italiano in Germania, e lì cantare l’inno nazionale, sbandierare il tricolore e leggere degli articoli fondamentali delle costituzione. Il programma nella prima parte, S. Messa, è riuscito in pieno con la partecipazione del missionario don Giuseppe Chiudinelli e don Guido Lemma che avevano concordato il programma dei canti in italiano e l’incontro con i connazionali.
La seconda parte della manifestazione: incontrarsi, cioè, presso l’Ambasciata d’Italia è stata ostacolata dal fatto che questo avveniva in giorno festivo. Ma, ci si domanda, quando se non in giorno festivo dei cittadini che si reggono sul loro lavoro qui all’estero possono celebrare un simile evento? D’altronde anche per il 3 ottobre, lunedì, pur essendo un giorno feriale in Italia, l’Ambasciata aveva comunicato l’indisponibilità all’apertura per accogliere questo gruppo.
Malgrado questo inconveniente, però, tutti i connazionali hanno deciso ugualmente di recarsi all’Ambasciata, oltrepassare la sbarra rimasta sempre abbassata e lì, con intensa commozione, cantare l’inno “Fratelli d’Italia”, commentare l’origine storica della bandiera tricolore e declamare, a più voci, vari articoli fondamentali della nostra Costituzione. Una foto ricordo che ognuno porterà con se forse nel portafoglio con l’unico rammarico di non aver potuto salutare alcun rappresentante ufficiale dello Stato italiano. Forse gli emigrati d’America sono più meritevoli di noi perché lì il Presidente Giorgio Napolitano in persona ha voluto andare ad incontrarli per celebrare il 150°.
Per noi non ci è stata data la possibilità neppure di un funzionario che ci aprisse le porte dell’Ambasciata per via delle … giornate festive. Grazie Italia!